Realizzato nell’assetto tuttora visibile da Michele Sanmicheli all’inizio del ’500, presenta cinque campate sui lati lunghi e tre su quelli brevi con archi a tutto sesto. Tutto attorno sono disposte stanze e spazi coperti da volte. In queste soluzioni si riscontrano notevoli affinità con altre opere dell’architetto veronese, come Palazzo Canossa e Palazzo Pompei.
L’elemento di maggior pregio è il pozzo in marmo Rosso di Verona con decorazione architettonica composta da due colonne con architrave soprastante; la sua messa in opera, su progetto sammicheliano, è di epoca rinascimentale. La presenza di questa fonte di approvvigionamento idrico risale comunque al 1300 e si basa sul medesimo funzionamento dei pozzi costruiti nelle domus romane. Grazie all’inclinazione dei tetti della rocca, l’acqua piovana si riversava all’interno del cortile dove, attraversati dei tombini di scarico, confluiva in una enorme vasca sotterranea di raccolta e decantazione venendo attinta ogni qualvolta ce ne fosse stato bisogno. Sotto il porticato si resta incantati dall’armonia della volta ad ombrello; copertura particolarmente in voga in età rinascimentale, composta di tante porzioni (unghie), quanti sono i lati che si intersecano. Si tratta di un altro elemento architettonico voluto dal Sanmicheli.